L’ortica è conosciuta come una pianta “molesta” che crea irritazione non appena viene toccata. È un piccolo arbusto urticante la cui naturale difesa è costituita da una sostanza contenuta nei peli che ricoprono le foglie e i piccioli. Basta un decimo di milligrammo di questo miscuglio chimico per produrre il noto prurito.
Quando da bambina giocavo in giardino, il pallone puntualmente finiva vicino a questa pianta, e varie volte ho dovuto far fronte all’irritazione prodotta con il suo contatto. Allora non immaginavo minimamente che si potesse utilizzare l’ortica per la caduta dei capelli e per altri problemi dermatologici.
Cresce ovunque, vicino alle case, lungo i viottoli e nei boschi, è presente in tutta la macchia mediterranea, ed è alta circa un metro. Della pianta si utilizzano le foglie, il rizoma e le radici essiccate rapidamente all’ombra.
Le sostanze funzionali che la compongono sono l’acetilcolina, l’istamina, l’acido formico e gallico, il carotene, la vitamina C, la clorofilla, i tannini, il magnesio, il potassio, il calcio, il ferro, il manganese e il silicio. Le radici contengono fitosteroli, tra cui la betasitosterina, in grado di inibire la formazione di diidrotestosterone così come fa la serenoa repens. Le radici contengono anche polifenoli, lignina e lectani, sostanze ad azione antiossidante.
Meccanismo d’azione dell’ortica
Fin dai tempi antichi, è stata la pianta più usata per preparare decotti, infusi e impacchi per la cura dei capelli. Agisce in diversi modi, creando un effetto sinergico che lo rende un ingrediente ideale per la formulazione di shampoo e lozioni. In particolare:
blocca il diidrotestosterone internamente e topicamente
Il didirotestosterone (DHT) è un ormone steroideo prodotto a partire dal testosterone sotto l’azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi. Il DHT è molto più potente del suo precursore, e agisce a livello del follicolo pilifero causandone la miniaturizzazione. Questa coinvolge anche il capello che diventa via via più sottile. L’enzima responsabile della sua formazione, è anche la causa principale dell’ipertrofia prostatica benigna. Uno studio condotto da Nahata et al. ha esaminato due gruppi di persone con questa patologia: un gruppo ha assunto ortica, e l’altro finasteride, il farmaco usato per contrastare questa patologia. Il risultato è stato che anche l’ortica ha dato dei riscontri positivi, grazie al contenuto di sostanze che riducono l’attività della 5-alfa-reduttasi e di conseguenza la produzione di DHT.
ha azione antiossidante
I radicali liberi sono parzialmente responsabili della caduta dei capelli. Si tratta di molecole altamente reattive che reagiscono con tutto ciò che incontrano nelle cellule, trasformandole a loro volta in radicali liberi. In questo modo si crea un danno al loro interno che influisce negativamente sulla salute del follicolo pilifero e del capello. Gli antiossidanti bloccano il propagarsi di questa catena, reagendo essi stessi con i radicali liberi. L’ortica fa questo grazie al contenuto di vitamina C e fitosteroli come la betasitosterina.
ha azione antinfiammatoria
L’infiammazione a livello del cuoio capelluto è parzialmente responsabile della caduta dei capelli. Quando è presente un’infiammazione, le cellule dello scalpo si attivano per contrastarla con un meccanismo distruttivo che lede anche la salute del follicolo pilifero e del capello. L’ortica ha un’azione antinfiammatoria grazie ai flavonoidi e ai polifenoli in essa contenuti, che agiscono come antiossidanti.
ha azione remineralizzante
Grazie all’elevato contenuto di minerali, l’ortica è in grado di apportare nutrimento al follicolo pilifero formando un capello più sano e più spesso. Infatti, come già detto all’inizio del post, l’ortica contiene magnesio, potassio, calcio, ferro, manganese e silicio.
ha azione antibatterica
L’ortica ha una potenziale azione antibatterica. I batteri possono causare follicoliti che sono accompagnate da prurito, dolore e infiammazione del follicolo pilifero. Durante le prime fasi della follicolite si può manifestare un’importante perdita di capelli, che migliorerà con il regredire della stessa. Il batterio più frequentemente coinvolto nella sua comparsa è lo Staphylococcus Aureus. Vari studi hanno dimostrato che l’ortica agisce sulla sua parete cellulare, così da inibirne l’azione.