Smartphone, tablet e computer sono ormai diventati parte integrante della nostra vita.
Viviamo tutti connessi e pensare di vivere senza di loro sarebbe una cosa surreale.
Tutto il mondo è dipendente da internet, e quando accade che qualche app che usiamo abitualmente non funzioni correttamente, ci sentiamo quasi “impotenti”, sembra che ci manchi qualcosa.
Questi dispositivi però, se da un lato migliorano le nostre relazioni ed interazioni con l’esterno, dall’altro possono provocare danni alla pelle, e sono solo!
Ma quanto tempo si passa davanti a questi dispositivi?
In questo articolo della Stampa.it c’è una stima:
gli ultimi dati riportati dallo studio Digital 2019 mostrano un quadro inequivocabile. In media, ciascuno di noi, ogni giorno, trascorre 6 ore e 42 minuti connesso alla rete, di cui 2:15 ore attraverso dispositivi mobile.
Nell’arco di un anno, passiamo 100 giorni attaccati al computer o allo smartphone, circa il 27% di tutto il tempo che abbiamo a disposizione. Ci sono però grandi differenze tra le varie nazioni.
Ovviamente se poi consideriamo anche chi lavora davanti al computer, le ore possono essere molte di più. Anche superiori ad 8.
Perché questi dispositivi possono farci male?
Questi dispositivi si caratterizzano per emettere luce blu.
La luce blu è una componente della luce visibile ed ha una lunghezza d’onda maggiore rispetto ai raggi UV. Arriva a noi con una forza costante e relativamente debole, ma può raggiungere gli strati profondi della pelle, tra cui il derma.
Però, quando la luce è emessa dai dispositivi, si trova molto più vicina alla nostra pelle, ed irradiandola per un tempo prolungato, causa una grande produzione di radicali liberi e un precoce invecchiamento cutaneo.
I problemi per la pelle.
Da sempre la nostra pelle è esposta a diversi livelli di luce.
Recentemente, grazie alle sempre crescenti novità in campo tecnologico della vita moderna, non siamo più esposti ad un adeguato livello di luce naturale durante il giorno, ma siamo sovraesposti ad alti livelli di luce artificiale anche di notte.
La pelle è il bersaglio preferito dello stress ossidativo, e la relazione tra questo e l’invecchiamento cutaneo è ben documentata.
Recenti studi hanno dimostrato che l’esposizione delle cellule umane alla luce emessa dai dispositivi elettronici, anche per brevi periodi come 1 ora, può causare la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ovvero i radicali liberi), apoptosi e necrosi.
Queste specie reattive dell’ossigeno, che sono tra i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo, si sommano alla produzione di radicali liberi che aumenta con l’avanzare dell’età e con la diminuita capacità delle cellule di riparare il DNA danneggiato.
Si creano quindi danni silenziosi eppur visibili, che, a lungo andare, possono causare alterazioni nelle cellule che, durante il loro naturale processo di rinnovamento, verrebbero a rigenerarsi già rovinate.
Tuttavia, gli effetti biologici di un’esposizione a lungo termine non sono ancora completamente conosciuti.
Anche gli occhi soffrono.
La vista fa i conti con una costante sensazione di affaticamento e non è insolito vedere delle piccole lucine quando chiudiamo le palpebre.
Inoltre gli occhi diventano rossi e più secchi, complice anche il fatto che quando siamo davanti ad uno schermo battiamo le palpebre meno frequentemente, e di conseguenza la pulizia dell’occhio attraverso le lacrime e la conseguente lubrificazione sono ridotte.
Studi scientifici sui topi hanno invece dimostrato che una continua esposizione di topi albini a livelli moderati di luce per 2-5 giorni induce una riduzione dei fotorecettori (Seiler et al. 2000). In un altro studio in cui invece i ratti sono stati esposti alla luce blu per 6 ore è stata visto che la luce blu causa una distribuzione irregolare del danno alla retina.
Gli effetti sul sonno.
La luce blu agisce anche sul sonno, ed in particolare inibisce la produzione di melatonina, l’ormone necessario per regolare il ciclo sonno-veglia. Di conseguenza quando guardiamo uno schermo poco prima di addormentarci, ci lasceremo andare tra le braccia di Morfeo con più difficoltà.
Ma quindi cosa possiamo fare?
In campo cosmetico esistono diverse sostanze che possiamo utilizzare per proteggere la nostra pelle dagli effetti della luce blu.
In testa a questa classifica non possono mancare gli antiossidanti, sostanze preziose che neutralizzano i radicali liberi e di conseguenza i danni che causano a livello cutaneo.
Si possono usare ad esempio creme ricche di Vitamina C ed E, oppure coenzima Q10 e polifenoli.
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BIBLIOGRAFIA
Can Light Emitted from Smartphone Screens and Taking Selfies Cause Premature Aging and Wrinkles? Arjmandi N.1, Mortazavi Gh.1, Zarei S.2, Faraz M.3, Mortazavi S. A. R.3*